Al lavoro un italiano su due, ma i supereroi non si toccano Implacabili i dati Istat. In un anno 272mila disoccupati in più. Tra i giovani siamo al 42%

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Chi ha detto che mal comune è mezzo gaudio. Se incontri un collega che come te si è ritrovato nelle secche della cassa integrazione e ti racconta che anche quell’unica collaborazione, trovata a fatica, gli  è stata sospesa, non c’è di che essere felici. Capisci che le speranze di farcela sono sempre di meno.

Un effetto che si moltiplica scorrendo i dati Istat. A febbraio scorso gli occupati erano in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-39 mila) e dell’1,6% su base annua (-365 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,2%, risulta stabile in termini congiunturali ma diminuisce di 0,8 punti percentuali rispetto a 12 mesi prima. Il numero di disoccupati invece aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente (+8 mila) e del 9,0% su base annua (+272 mila). Il tasso di disoccupazione è pari al 13,0%, sostanzialmente stabile in termini congiunturali ma in aumento di 1,1 punti percentuali nei dodici mesi. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 42,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 3,6 punti nel confronto tendenziale.

Se ci sono delle priorità per il Paese, una di queste è sicuramente individuare misure atte a favorire la ripresa. Serve una svolta, che però non si inventa. Serve tempo, un progetto condiviso da portare avanti senza ripartire sempre dallo zero a ogni cambio di maggioranza. Anche se di tempo non ce n’è. Ecco perché ogni progetto deve essere accompagnato da un’operazione immediata di salvaguardia che dia fiato alle famiglie. I giovani soffrono poi di una crisi di prospettive, ma attenzione che non è impoverendo i genitori che si arricchiscono i figli, anzi. Come si tiene insieme tutto questo? Rompendo gli schemi di un mondo dove il divario tra ricchezza e povertà è sempre troppo elevato. Dove gli stipendi dei supermanager, dei supercalciatori, dei politici dai tanti incarichi continuano ad essere troppo alti. Non ci sono supereroi intoccabili in questo paese. Nessuno è indispensabile. Mentre indispensabile è utilizzare ogni risorsa disponibile per chi non ce la fa più. (Maurizio Abbati)

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