La crisi non morde più, ma i segni restano Consumi interni e occupazione in ripresa, la Toscana però si scopre più povera

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La pressione che ha spinto al ribasso l’economia della Toscana negli ultimi anni sembra aver finalmente esaurito il suo effetto, anche se la macchina stenta ancora a ripartire. I dati della ricerca della Banca d’Italia sul 2014 evidenziano una ripresa dei consumi interni e un calo degli investimenti più contenuto, che se non riportano in attivo la bilancia quanto meno anestetizzano le perdite. E se la capacità produttiva ancora non esprime ancora tutto il suo potenziale, quanto meno si registra una ripresa dell’occupazione. Importante il sostegno della domanda estera: nel 2014 le vendite sono salite del 2,2 per cento. Contributi positivi sono provenuti dalla moda e dalla meccanica allargata; la flessione delle vendite in Russia è stata più che compensata dall’espansione negli Stati Uniti e nelle economie dinamiche dell’Asia. Prosegue invece sebbene a ritmi inferiori la flessione del livello di attività nel comparto delle costruzioni, interessando l’utilizzo di materia prima, gli occupati e il numero di imprese attive. Tuttavia un buon segnale è la ripresa della concessione di mutui per l’acquisto casa. Nei servizi sono apparsi segnali di miglioramento della domanda interna, visibili nell’acquisto di beni durevoli e nei flussi turistici. Dopo un biennio di calo, sono tornate ad aumentare le presenze italiane, a fronte di una sostanziale invarianza di quelle straniere. Torna dunque a manifestarsi un cauto ottimismo, anche se l’effetto della crisi sarà difficile da smaltire e lascerà segni importanti sotto il profilo economico e sociale. Tra il 2008 e il 2014 il numero di procedure fallimentari aperte a livello di impresa è più che raddoppiato, collocandosi su livelli superiori rispetto al dato nazionale. Tra il 2007 e il 2012 i redditi delle famiglie toscane si sono ridotti di quasi un decimo in termini reali, di più rispetto al paese nel suo complesso. Mentre tre famiglie toscane su dieci nel 2013 risultavano indebitate. Aumentato infine il tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, e durante la crisi sono divenuti più frequenti i flussi migratori in uscita dalla Toscana, in particolare tra i laureati e i giovani stessi.

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