Olio al ristorante, protesta la Fipe

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Evitare che le bottiglie con etichette extravergine vengano riempite con olio di minore qualità: sarebbe questo l’obiettivo di un provvedimento anticontraffazione che fa discutere soprattutto i ristoratori. “L’obbligo di mettere sulla tavola dei ristoranti bottiglie di extravergine con tappo anti-rabbocco – dichiara Aldo Cursano, presidente di Fipe Toscana –  è un’onta per le oltre 100mila imprese del settore. E’ come se per evitare che ci siano automobilisti che superano i limiti di velocità si imponesse di installare su ogni automobile un limitatore di velocità. Produttori ed imbottigliatori – prosegue Cursano – devono smetterla di dirci come fare impresa imponendoci, via legge, obblighi inutili e costosi che si trasformeranno in boomerang anzitutto per i produttori di qualità”. Secondo l’ufficio studi della Fipe, un ristorante spende mediamente 3.800 euro l’anno per l’olio extravergine destinato alla sala. Per i 104mila ristoranti in attività vuol dire una spesa di 400 milioni di euro. La ristorazione di qualità ha nel 46% dei casi un carrello degli olii con in media 4,2 olii dop di cui 1,1 biologico. Significativa è anche la presenza di olii non a denominazione: se ne contano in media 2,4 a cui se ne aggiungono 1,7 di origine biologica.

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