Le audaci imprese
di Paolo Staccioli

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Conosco Paolo Staccioli da troppo tempo per blandirlo con dei complimenti. Voglio solo dire che la sua evoluzione è stata continua, quasi febbricitante. E mi piace ricordarmi di quando mi spiegava che lavorare così con le mani per lui era qualcosa di speciale. Oggi voglio levare un calice e brindare a quello che può dirsi un percorso compiuto, quasi da genesi. Perché Staccioli infine ha ricreato l’uomo. Dai grandi vasi allungati siamo infatti arrivati ai fantastici cavallini di cui io conservo un vecchio esemplare, e da lì alle figure stilizzate, allungate. Poi ecco l’uomo. Non ancora autonomo, indipendente, non ancora in grado di liberarsi dalla materia. E meno male, caro Paolo, meno male. Perché senza materia non c’è forma e senza forma dove sta l’arte, la tua arte. Un’occasione dunque per chi non lo conosce di scoprire questo artista dalla grande umanità, che arriva a Palazzo Medici Riccardi di via Cavour con una mostra intitolata “Le cortesie, le audaci imprese io canto”, visibile al pubblico dal 7 febbraio al 10 marzo. (Ma.Ab.)

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