Stop ai crediti da Superbonus: raffica di critiche

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Associazioni di categoria e sindacati sulla stessa posizione nella critica allo stop ai crediti da Superbonus deciso dal Governo.

“L’edilizia rischia il collasso. Se il Governo non interviene quanto prima per sbloccare almeno i crediti relativi ai lavori in corso per il Superbonus ci troveremo di fronte a una situazione emergenziale per quanto riguarda sia le famiglie, che si trovano a convivere con un cantiere aperto e dovranno mettere mano al portafogli oltre le aspettative, sia per le imprese, con il rischio di veder moltiplicati i contenziosi”. Così il presidente di Ance Firenze Pierluigi Banchetti, che ricorda come “Ance ha già lanciato da tempo un segnale chiaro di allarme, ma ad oggi non ci è stata data sufficiente attenzione e ora con il blocco delle cessioni del credito e dello sconto in fattura tutto il settore potrebbe andare incontro alla paralisi. Stiamo parlando di 15 miliardi di euro di crediti maturati incagliati che mettono a rischio almeno 90.000 cantieri delle case delle famiglie italiane, 25.000 imprese private di liquidità, che non sanno più come far fronte a spese già anticipate e diventate insostenibili e 130.000 posti di lavoro”.

“Come è possibile fare operazioni come il blocco del bonus 110% e apportare peggioramenti al codice degli appalti? Queste due operazioni – commenta Marco Carletti, segretario generale Fillea Cgil Firenze – condotte senza un confronto democratico, produrranno gravissimi danni alle imprese, ai lavoratori, ai cittadini e all’ambiente. Ha dell’incredibile questa storia. Ci chiediamo come si faccia non capire che il combinato disposto di queste due modifiche peggiorative creerà chiusure di aziende, perdita di 100.000 posti di lavoro nelle costruzioni (circa 1.500 sul territorio fiorentino) e blocco dell’efficentamento energetico delle città, quindi un gravissimo stop alla transizione ecologica. Essendo noi operaisti la leggiamo cosi: verrai licenziato dalle imprese impegnate nel 110% e potrai lavorare negli appalti pubblici con condizioni economiche e di sicurezza peggiorative. Che dire? Vergogna, vergogna, vergogna. Siamo pronti allo sciopero generale del settore per contrastare questa operazione del Governo”.