Accerchiato. Le parole anche dure pronunciate dal governatore della Toscana Enrico Rossi davanti ai lavoratori Mabro danno la misura delle difficoltà, soprattutto politiche ed economiche, in cui si trova ad agire. Le partite aperte in questo senso sono diverse e attendono risposte che a volte tardano ad arrivare. Mentre non ci si può fermare ad aspettare quando davanti si ha la necessità di arginare una crisi economica che sta mettendo in ginocchio la Toscana e a cui la Regione tenta di far fronte attivando tutte le risorse pubbliche possibili, ma anche cercando di smuovere l’attenzione sia della politica nazionale che degli investitori privati, che talvolta non c’è stata e talvolta si è rivelata solo apparente. Di questo aveva forse timore Rossi a Grosseto: essere chiamato a un impegno forte per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e poi ritrovarsi solo.
Come solo, o quasi, rischia di trovarsi nei palazzi della Regione di fronte a scelte da prendere rapidamente per rispettare i suoi indirizzi di mandato e i propositi già annunciati, davanti a cui la maggioranza, ma soprattutto una componente del suo stesso partito, sembra arretrare. Come avviene con l’approvazione del Pit per la Piana di Sesto e il prospettato rilancio dell’aeroporto Vespucci attraverso la realizzazione della nuova pista, che ha già fatto registrare alcune probabili defezioni. Su questo tema Rossi è stato deciso: i voti devono venire dalla maggioranza, poiché far passare il piano con i consensi dell’opposizione equivarrebbe a una sconfitta politica, e allora si va tutti a casa. Ma a casa si rischia di andare pure se non si approva entro breve tempo la nuova legge elettorale, che Rossi si è impegnato a consegnare alla Toscana entro la fine di questo mandato. Anche su questo fronte potrebbero registrarsi spaccature interne, cosa peraltro già trapelata, relative al tipo di proposta da portare avanti, che deve essere largamente condivisa, ma deve intanto vedere il Pd unito, più di quanto forse lo sia. Così come accade con le altre forze della coalizione su cui bisogna pur contare. A cominciare da Toscana Democratica, che sul Pit potrebbe esitare, e dall’Italia dei Valori, che forse su questo fronte appare più convinta di dare il proprio apporto in tal senso. Al momento buono si vedrà quali saranno le logiche a prevalere: se votare in base alla provenienza geografica e seguire magari le istanze del territorio da cui sono arrivati i voti personali, come capita sull’aeroporto, oppure in base a un’ottica più allargata di tipo regionale, o ancora rispettando le indicazioni di partito. Logiche difficili da interpretare, molto più dell’attimo di scoramento di Rossi. (Maurizio Abbati)