”La legge di stabilità mette in ginocchio i patronati” Previsto un taglio consistente dei fondi per l’erogazione dei servizi ai lavoratori. La protesta di Cgil, Cisl e Uil

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“Se il patto di stabilità dovesse essere approvato così come è stato scritto, non ci resterà che prendere le chiavi e restituirle al ministero”. Pronti alla protesta i sindacati contro le misure del governo, che a loro parere rischiano di mettere in ginocchio l’attività dei patronati, con gravi ripercussioni sugli stessi lavoratori, che ora usufruiscono dei servizi erogati. Una protesta che coinvolgerà l’intero paese, e le cui motivazioni sono state illustrate a Firenze da Mauro Fuso della Cgil, Simona Riccio della Cisl e Francesca Cantini della Uil. La legge di stabilità prevede un taglio netto delle risorse destinate ai patronati, con una cancellazione di 150 milioni per il 2015, a cui si aggiungerebbe una diminuzione dell’aliquota versata in busta paga dai lavoratori, pronta a passare dallo 0,22 allo 0,14%. Questo significherebbe che a livello nazionale dallo stanziamento attuale di 430 milioni l’anno ne verrebbero cancellati 290. Un’operazione che di fatto sancirebbe la chiusura dei patronati e con essa il licenziamento di 5.097 addetti su tutto il territorio nazionale, di cui 70 a livello provinciale, suddivisi nelle 4 sigle Acli, Inca Cgil, Inas Cisl e Italuil. Ma la chiusura avrebbe le maggiori ripercussioni proprio sugli utenti di questi servizi, che si rivolgono ad essi per vari tipi di pratiche come previdenza, assegni familiari, disoccupazione, pensioni, permessi di soggiorno, invalidità. Pratiche cresciute costantemente, soprattutto da quando l’Inps ha delegato proprio ai patronati la gestione di questi servizi, che se venisse a mancare questo punto di riferimento sarebbero probabilmente presi in mano da strutture private, pronte ad erogarli ovviamente a pagamento, anziché gratuitamente come accade oggi. E si parla di cifre importanti, considerato che in Italia i patronati evadono in un anno quasi 7 milioni di pratiche, delle quali 130mila solo a Firenze, tra cui 15mila previdenziali e 11mila permessi di soggiorno. E’ su queste basi che i sindacati annunciano la disponibilità a mobilitarsi e lunedì hanno in programma un incontro con i parlamentari mirato ad evitare che venga smantellato questo tassello fondamentale del sistema sociale. (Ma.Ab.)

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