Poco estetici lo sono, soprattutto in alcune piazze, ma forse bisognava pensarci prima di favorirne la proliferazione. Esplode la protesta dei commercianti dopo le ipotesi di una rivisitazione complessiva del piano dei dehors, che ora sarebbero diventati un orpello da cancellare per restituire al centro storico la sua originale armonia. A farsi interpreti della preoccupazione dei commercianti sono le associazioni di categoria, che chiedono a Palazzo Vecchio di meditare sul danno difficilmente sostenibile che produrrebbe agli esercenti un simile passo indietro. “Non è pensabile costringere gli esercenti a rifare le pedane ogni tre anni. Il piano dei dehors non può esser cambiato in seguito ad una decisione estemporanea. Mettiamoci tutti intorno a un tavolo e vediamo dove si può migliorare. Ma mandare tutto a gambe all’aria no. I commercianti già stanno facendo i conti da tempo con la crisi”, commenta il vicepresidente fiorentino Fipe-Confcommercio, Andrea Angelini, secondo cui c’è chi ha speso anche più di 100mila euro per rifare la zona esterna secondo le nuove regole. E questo dopo che alcuni esercenti “dovettero rottamare i loro dehors, che avevano alle spalle pochissimi anni di vita”.
“Nel contesto economico fiorentino avere il dehors è fondamentale per due ordini di motivi: per la visibilità che esso garantisce all’esercizio e per la tipologia di servizio essenziale in una città turistica ed internazionale. E’ assurdo stravolgere un regolamento fatto solo alcuni anni fa, a prescindere dal fatto che sia stato condiviso o meno”, dice invece il presidente di Fiepet Confesercenti Daniele Locchi. “Gli imprenditori della somministrazione – prosegue Locchi – devono sapere se i loro investimenti fatti appena tre anni fa e autorizzati dalla stessa amministrazione comunale sono al riparo da modifiche a posteriori e quelli che hanno intenzione di investire nella somministrazione in un determinato luogo devono essere edotti di ciò che in esso è consentito oppure no”. (Ma.Ab.)