Natale con i tuoi. Ma c’è chi preferisce il ristorante

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Natale con i tuoi, come tradizione conviene. Sono quasi 300.000 i toscani che andranno al ristorante, dei 480.000 totali che, secondo la stima, usciranno a pranzo il 25 dicembre. Un buon 87% preferirà restare tra le mura domestiche, o per scelta o per necessità. Secondo l’indagine del Centro studi Fipe per Fipe Confcommercio Toscana il 13% degli intervistati – su un campione di 1000 – ha intenzione di passare il pranzo di Natale fuori casa. Per il budget del pranzo di Natale gli intervistati sono disposti a pagare fino a 50 euro tutto compreso. A indirizzare la scelta sarà l’attenzione alla particolarità e alla qualità della proposta gastronomica, mentre il fattore intrattenimento assume grande rilevanza per la scelta tra le offerte dell’ultimo dell’anno.

E San Silvestro? Ebbene il 30% degli intervistati (1.107.000 persone, secondo la stima dell’indagine) dichiara l’intenzione di passare la serata del 31 dicembre fuori casa, e il 20% (738.500 persone) prevede di recarsi in ristoranti, pizzerie, discoteche, disco pub. Il budget passa dagli 80 euro del solo cenone ai 100 euro in su per il cenone più veglione. Per la scelta del luogo si presterà attenzione alla qualità del cibo e della proposta dell’intrattenimento, che a San Silvestro diventa sempre più centrale, e come terzo fattore della scelta ci sarà il prezzo.

Nella sostanza il budget è rimasto pressoché invariato rispetto allo scorso anno, e del resto invariati sono i prezzi. Aldo Cursano, presidente regionale Fipe Confcommercio Toscana: “A prezzi invariati molti ristoranti scelgono – soprattutto per la sera del 31 dicembre – di offrire un menu à la carte in modo che il cliente paghi solo quanto si consuma. In tempi di crisi è chiaro che gli imprenditori trovano soluzioni nuove per le nuove aspettative del cliente, in questo caso una maggiore accuratezza nello spendere anche durante le feste”.

Insomma, pur cercando di risparmiare, dalle feste di Natale è facile farsi prendere un po’ la mano, anche quando il portafogli è semivuoto. Un’euforia che si sconta già il giorno dopo. Ma forse ne vale la pena. Una tantum.

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