Più tutela per gli utenti delle tintolavanderie toscane. Lavare, pulire, tingere, smacchiare, stirare: sono le attività tipiche della tintolavanderie per le quali, in Toscana, è stata approvata una proposta di legge (ora all’esame del Consiglio Regionale) nel rispetto della legge nazionale che disciplina queste specifiche attività professionali.
Le norme si rivolgono a tutte le tintolavanderie, comprese quelle “self service” (ma per queste ultime non si applica l’obbligo, valido per tutte le altre, di designare un responsabile tecnico). Undici gli articoli di una norma – sottolinea l’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini – che mira ad “assicurare requisiti essenziali di uniformità per le funzioni amministrative conferite ai Comuni e per l’esercizio di questa attività professionale”. Un articolo è dedicato all’attività formativa: per esercitare attività di tintolavanderia il legislatore statale ha già previsto il possesso di una idoneità professionale che si ottiene frequentando un periodo formativo tecnico-pratico. La norma regionale precisa le competenze a questo titolo necessarie. Fra le materie che dovranno essere studiate anche elementi di chimica organica e inorganica; chimica dei detersivi; principi di scioglimento chimico, fisico e biologico; elementi di meccanica, elettricità e termodinamica; tecniche di lavorazione delle fibre. In ogni sede dove viene esercitata l’attività, tranne le imprese utilizzate direttamente dalla clientela attraverso appositi gettoni, dovrà esserci un “responsabile tecnico”. La vigilanza è esercitata dai Comuni cui spettano anche i proventi dalle sanzioni amministrative. Dall’entrata in vigore della legge, le tintolavanderie in esercizio avranno un anno per adeguarsi all’obbligo di designare il responsabile tecnico.