Sant’Orsola, il progetto di recupero non si fa senza di noiAppello alla Provincia delle associazioni di zona: garantire l’interesse pubblico. E non regalare l’ex convento ai privati

0
837

Se Sant’Orsola deve risvegliarsi dal lungo sonno sia per diventare un esempio di recupero urbano, che risponda a criteri di qualità, e per andare incontro ad una effettiva riqualificazione che tiene conto della sua storia e delle sue caratteristiche artistiche e culturali. Ma che risponda anche alle esigenze dei residenti, che hanno bisogno di spazi per la socialità e i servizi. Le associazioni promotrici della petizione popolare per “bellezza e legalità al Mercato Centrale e a San Lorenzo” e del forum su “riqualificazione urbanistica partecipata, obiettivo Sant’Orsola” lanciano un appello al presidente della Provincia per cogliere adesso – prima della fine del mandato – l’opportunità di un ampio e attivo coordinamento delle realtà associative del rione di San Lorenzo e realizzare una strategia partecipativa. In vista del passaggio in giunta provinciale, previsto per i primi di febbraio, del documento di indirizzo cui sarà collegato il bando di concessione, le associazioni ribadiscono la necessità che venga garantito l’interesse generale della città e dei suoi residenti. E non è tutto. Le associazioni chiedono ancora che l’esecuzione dei lavori avvenga per stralci, in modo da consentire usi transitori e temporanei di porzioni del complesso, individuando spazi e percorsi interni da garantire come pubblici o ad uso pubblico. L’obiettivo principale di chi si batte per il recupero di Sant’Orsola è infatti che il complesso non venga consegnato nelle mani dei privati, ma che venga trattato come “bene comune”, garantendo un confronto sulle scelte e sulle destinazioni d’uso previste. Insomma, un progetto partecipato, in cui i residenti giocano un ruolo essenziale, proponendosi non solo come fruitori della struttura ma come partner attivi pronti ad impegnarsi nella gestione comune di spazi e attività. Le grandi città del mondo stanno sperimentando progetti di partecipazione attiva. Può farcela anche Firenze. Ecco l’occasione. (Ma.Ab.)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.