Sant’Orsola, le associazioni: ecco come farla rivivere Dopo il fallimento del project, un forum per raccogliere proposte e idee per riaprire l’ex convento

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Neanche l’ultimo tentativo è riuscito: il colpo di coda della Provincia a caccia di risorse, che si è giocata la carta del proiect financing, aprendo ai privati le porte di Sant’Orsola, è finito nel vuoto. Il vecchio convento è sempre lì, chiuso nelle sue quattro mura, avvolto da un sudario di silenzio che dura da ben quarant’anni. Ogni tentativo di riportarlo a nuova vita, ogni idea, ogni tentativo di recupero è fallito. Nemmeno l’inserimento nei “Cento punti” di Renzi è servito a qualcosa. Ma San Lorenzo di questo vuoto a perdere così prezioso in un tessuto urbano alla disperata ricerca di spazi per la socialità ormai non ne può più. Sant’Orsola è diventato una sorta di monumento all’inerzia. Ora basta però. Se le istituzioni non riescono a rompere il silenzio, la parola sia restituita ai cittadini, si lasci a loro il pallino della situazione in mano. Si faccia provare qualcun altro. Associazioni che sono pronte a fare il loro tentativo e chiedere alla Provincia di potersi occupare direttamente della progettazione, magari ottenendo in comodato l’ex convento per 50 anni. Se sono rose fioriranno. Altrimenti, peggio di così non si può fare.

E’ un quartiere intero dunque a scendere in campo, rappresentato da un gruppo di associazioni che hanno deciso di organizzare per sabato 19 ottobre all’Auditorium di Sant’Apollonia, in via San Gallo 25/a (dalle 16 alle 20) un forum dal titolo “Riqualificazione urbanistica partecipata, recupero di edifici storici e spazio urbani”. Un titolo che già si presenta come un programma. “Con questo forum – spiegano le associazioni – ci proponiamo di avviare un dibattito pubblico sulla riqualificazione di Sant’Orsola”. L’obiettivo dichiarato è quello di far impegnare l’amministrazione comunale a predisporre, entro la fine dell’attuale mandato legislativo, cioè maggio 2014, degli atti formali per realizzare una strategia partecipativa. Tradotto in altri termini: se non si riescono a trovare risorse per realizzare progetti faraonici a lungo respiro, ebbene cominciamo dal basso, con la riconquista degli spazi e delle funzioni di Sant’Orsola magari attraverso usi temporanei, ma che permettano di riaprirne le porte e mettere l’ex convento a disposizione dei cittadini. Le possibilità ci sono, la volontà anche. Basta trovare la strada giusta. Cominciando dalla progettazione delle nuove funzioni, che devono essere definite appunto in modo partecipativo. Insomma, Sant’Orsola deve servire a rispondere alle esigenze dei residenti e di chi vive il quartiere, altrimenti può restare chiuso. Della serie: una piazza è meglio di un albergo, un centro sociale meglio di dieci nuove attività commerciali, uno spazio per bambini di un centro benessere. I fondi? Cominciamo con i piccoli progetti, guadando anche in alto, magari all’Europa, che ha a disposizione dei fondi mirati proprio al recupero degli spazi urbani. San Lorenzo batte dunque un colpo: insieme si può fare. (Maurizio Abbati)

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