Tagli alla sanità
Ambulanza a pagamento La Regione potrebbe cancellare i rimborsi per i servizi di trasporto ordinario alle associazioni di volontariato

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Mettere mano al portafogli per pagarsi l’ambulanza, con la magra consolazione di una ricevuta e la possibilità di scaricare dalle tasse la spesa. Una prospettiva alquanto preoccupante, quella a cui potrebbero presto trovarsi di fronte gli utenti toscani del servizio sanitario. Tutta colpa dei tagli imposti dal governo, che oltre all’aumento dei ticket sanitari potrebbero costringere la Regione a cancellare, o meglio dirottare altrove parte delle risorse ad oggi destinate alle associazioni di volontariato che svolgono il servizio. E gli effetti di un simile provvedimento non tarderebbero a farsi sentire, ovviamente sui cittadini, che per andare in ospedale in caso di visite e esami diagnostici, oppure in caso di dimissioni ospedaliere, sarebbero costretti a pagare il servizio di accompagnamento svolto dalle varie misericordie o pubbliche assistenze, visto che a queste non sarebbero più riconosciuti i rimborsi e non riuscirebbero a coprire i costi del servizio.

“Complessivamente la Regione distribuisce ogni anno circa 80 milioni di euro di finanziamenti tra le varie associazioni, in base ai servizi effettuati e fatturati. Fermo restando le emergenze – spiega il presidente della Fratellanza Militare di Firenze, Filippo Allegri – che non si toccano vista l’importanza, in ballo ci sono i trasporti ordinari, che a quanto sentito dire rischiano di non essere più rimborsati. Credo che si tratterebbe di un grosso passo indietro, poiché si chiederebbe all’utente di contattare direttamente le associazioni e concordare il servizio, che potrebbe avere un costo non indifferente”.

“Quello dei finanziamenti alle associazioni è il tema che dovremo affrontare il 30 maggio in un incontro con la Regione. Per il momento – dice il responsabile delle Misericordie toscane, Alberto Corsinovi – ci sono state delle anticipazioni, da cui traspare che ad essere garantite sono solo le emergenze. Se accadesse questo vorrebbe dire che tanti trasporti fatti oggi a costo zero per i cittadini, grazie alla somma pagata dalla Regione per le emergenze e il trasporto ordinario cumulati, verrebbero meno. Ma bisogna capire che si tratta di servizi importanti, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione”. “Si deve peraltro considerare che, con il taglio dei giorni di degenza ospedaliera, le dimissioni anticipate – prosegue Corsinovi – rendono necessario un ritorno a casa in ambulanza più di frequente; così si risparmia sui ricoveri ma si incrementano i viaggi sui mezzi di soccorso. E come si fa a non riconoscere agli utenti questo servizio? Come se non bastasse, spesso quando si va in ospedale a prendere i pazienti ci sono già 2 o 3 visite di controllo fissate, e anche queste andrebbero garantite”. Ma senza copertura, gli utenti dovrebbero pagarle da soli? “Purtroppo sì, come accade già in altre regioni. E salvo le aree dove esistono accordi sottoscritti per tariffe calmierate, i costi di un servizio ordinario con almeno 3 volontari, di cui un autista, potrebbero costare anche 50 o 60 euro, a carico dell’utente se le associazioni non riusciranno a coprire i costi autonomamente”. (Maurizio Abbati)

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