Si chiudono sedie sdraio e ombrelloni. Come ogni anno la prima campanella sancisce nei fatti la fine dell’estate. Si torna a scuola, sempre più presto e malgrado le proteste dei tanti albergatori toscani che avrebbero voluto veder allungata la stagione balneare, quanto meno per rifarsi di incassi sempre più magri, magari agevolando le famiglie che in settembre potrebbero sfruttare i prezzi ribassati.
Studenti toscani di nuovo in classe dunque, chiamati a confrontarsi con il nuovo anno scolastico e i vecchi soliti problemi di sempre: dalla carenza di aule e di materiali didattici alle mille difficoltà nelle cattedre ancora da assegnare. L’anno finirà sabato 7 giugno 2014 (il 30 per le scuole d’infanzia), cioè dopo 206 giorni di lezione (205 compreso il Santo Patrono).
Intanto, per la prima volta dal 2002, nelle iscrizioni concluse il 28 febbraio scorso, le prime in forma totalmente digitale, rimangono stabili i numeri delle “matricole” che faranno il loro ingresso alle superiori: circa 8mila come nel 2012, così che la popolazione delle scuole superiori fiorentine dovrebbe rimanere presoché invariata a quota 40mila, forse con qualche segno meno. Stabili nelle preferenze i licei, mentre crescono i professionali, passati da 1.695 a1.875 richieste, segno forse della crisi economica che spinge a guardare con maggiore attenzione al mondo del lavoro, legame che spesso nel nostro sistema scolastico appare piuttosto flebile. Professionali che possono costituire un canale valido d’accesso a molti mestieri legati anche con alcune precise vocazioni della nostra regione che incrementano la prospettiva occupazionale: da quella turistica con l’alberghiero a quella enogastronomica e agricola con l’agrario. Comparto, quest’ultimo, che peraltro sta riscontrando attenzione da parte di numerosi giovani, grazie anche alle nuove possibilità offerte da internet e dall’abbinamento tra produzione e ricettivo, come dimostra lo sviluppo dell’agrituristico, in cui la Toscana resta leader incontrastata. (Maurizio Abbati)