Dieci anni di mandato riassunti in meno di un’ora davanti alla stampa e poi davanti ai cittadini. Dario Nardella si accinge così a chiudere il suo decennio da sindaco di Firenze per guardare al futuro, che molto probabilmente lo porterà lontano da quella che resta oggi la sua città. Un excursus su questi anni di soddisfazioni e di difficoltà anche imprevedibili come il periodo della pandemia, o il crollo del lungarno Torrigiani nel 2016. Dieci anni in cui secondo Nardella Firenze ha cambiato un po’ il suo volto, sia per le nuove linee tramviarie, con il 2024 che vedrà anche i lavori per quelle già previste per Bagno a Ripoli e Campo di Marte, sia per le ampie riqualificazioni effettuate di piazze ed edifici come le ex caserme che hanno trovato nuove funzioni, oppure la costruzione del nuovo teatro del Maggio. Poi i tasselli ancora da sistemare nel puzzle, come la riqualificazione dello stadio Franchi, oppure il sottoattraversamento dell’Alta velocità ferroviaria che dovrebbe consentire di liberare i binari di superficie a vantaggio del trasporto locale. Ma non sarà finita qui, perché secondo Nardella restano da affrontare ancora diversi temi, primo fra tutti quello della grande Firenze, cioè di una città metropolitana che sappia unire in una progettualità.