I circoli ricreativi rischiano il collasso

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Colpiti duramente dal lockdown che li ha costretti a interrompere ogni attività, circoli ricreativi e case del popolo rischiano il collasso, e già in diversi hanno lanciato appelli e sottoscrizioni per far fronte alle spese che invece non si fermano.

“La chiusura dei circoli è un problema sociale reale e profondo, avvertito in maniera sensibile dalla stragrande maggioranza dei cittadini”, dichiarano i presidenti Acli e Arci della Toscana, Giacomo Martelli e Gianluca Mengozzi, ricordando il valore sociale delle 1.500 sedi collocate in ogni provincia della regione. A dimostrazione arriva anche la ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana” realizzata da Cesvot. Un’indagine che ha coinvolto centinaia di residenti della Toscana. Per il 57% degli intervistati, rileva lo studio, i circoli possiedono un “ruolo importante” e per il 22% persino un “ruolo fondamentale, insostituibile”. Appena il 3,2% dà un parere negativo. 

“I circoli e le case del popolo hanno un funzione culturale e di svago, ma soprattutto rappresentano un collante del tessuto sociale. Questi dati ancora una volta lo raccontano – proseguono i presidenti -. Quando chiude una sede per centinaia di persone significa perdere un riferimento, non avere più il luogo della comunità. Vale nei quartieri delle grandi città così come nei piccoli paesi. Non a caso tante strutture vengono frequentate giorno dell’anno. Un discorso che vale in modo particolare per la popolazione più anziana che come pochi altri ha accusato il dramma di questi mesi”.