La pelletteria oltre la crisi grazie all’export

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La pelletteria italiana reagisce alle difficoltà scaturite con la fase Covid e si prepara a rilanciare sui mercato internazionali, come una delle prime voci che rappresentano il nostro export. Si è rivelata così un momento di analisi la 2ª edizione degli Stati Generali della Pelletteria italiana, ospitata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.

Un settore che dimostra la sua vivacità, come testimoniano i numeri. “Nel 2020 anche in Toscana si è registrato un -40% di fatturato rispetto al 2019, con un rimbalzo positivo verso l’alto nel primo trimestre dell’anno – spiega Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al distretto toscano -. Quello che è interessante è il movimento sugli ordini che sembra confermare questo trend incoraggiante. Il 2021 non è l’anno della ripresa, ma di rimessa in moto del meccanismo: la ripartenza vera ce la aspettiamo nel 2022”. Dopo quattro trimestri connotati da pesanti contrazioni, le vendite estero sono tornate dunque in positivo: il rimbalzo, favorito dal raffronto con il mese di marzo 2020 duramente colpito dallo scoppio dell’emergenza sanitaria in Italia e nel mondo e destinato a riproporsi almeno nel prossimo trimestre, risulta però al momento ancora debole e non sufficiente a colmare il divario coi livelli pre-Covid. Il gap con i primi 3 mesi 2019 (quando dalla Toscana furono esportati beni per quasi 1,4 miliardi di euro) è ancora notevole: -11% (in linea con la media nazionale).