Una casa per i babbi separati in difficoltà

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Quando la coppia scoppia non è solo la fine di una storia d’amore, ma a volte anche l’inizio di un calvario, sia per i figli che per gli stessi genitori. E non solo per l’aspetto più propriamente psicologico e affettivo, ma anche economico. Capita sempre più spesso che l’esito di una separazione diventi motivo di riduzione delle possibilità finanziarie, per vari fattori. Una situazione che si ripete con sempre maggiore frequenza, come denota l’iniziativa del Comune di Firenze, che ha approntato una struttura denominata “Casa dei Babbi”, di proprietà comunale, che si trova in piazza Santo Spirito ed è gestita dall’associazione GenGle Onlus. Possono presentare domanda i genitori di genere maschile autosufficienti, divorziati, separati o in corso di separazione o che abbiano interrotto la convivenza, con figli, dove il giudice o l’accordo fra le parti hanno stabilito tempi e le modalità della presenza dei figli presso il padre. Chi fa domanda deve aver lasciato l’abitazione principale e non avere una condizione abitativa idonea atta a favorire e a garantire la continuità del rapporto con i figli minori, ad esempio trovarsi nella condizione di ospitalità, di coabitazione, di dover lasciare l’alloggio attualmente in uso per finita locazione o di dover corrispondere un canone oneroso superiore al 25% del proprio reddito netto mensile detratti gli assegni di mantenimento. Naturalmente dovranno anche essere in regola con il pagamento degli eventuali contributi alla moglie o ex moglie/ convivente e ai figli. I babbi possono permanere nella struttura per un periodo massimo di 12 mesi, rinnovabile fino a 18 mesi.

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