L’estate è appena cominciata, e già finita. Recitava un ormai antico Sergio Endrigo. Lo stesso potremmo dire di questo inverno, almeno sotto il profilo commerciale. Con il freddo arrivato solo ora, a meno di una settimana dall’inizio dei saldi di fine stagione, anticipati al 3 gennaio per il timore dei commercianti di un nuovo crollo degli affari. Ma giocare d’anticipo, anno dopo anno, è una risposta troppo “scontata” al calo delle vendite, e anche controproducente, poiché di fatto pone l’acquirente di fronte ad un imbarazzo nel recarsi ad acquistare un prodotto che solo pochi giorni dopo potrebbe avere a un prezzo decisamente più basso. E ancora nel pieno della stagione. Meglio rivedere l’intero processo di vendita e magari puntare subito su un prezzo non tanto abbordabile per il cliente, quanto sostenibile per il commerciante, che non sia costretto poi a ribassare lanciando magari svendite straordinarie o sconti sotto l’albero, prima ancora del momento dei saldi. E’ vero che si crea un’attesa nei consumatori, che può garantire una certa affluenza nei negozi nella prima settimana di vendite a saldo, compensata però dalla minore propensione all’acquisto nei giorni immediatamente precedenti e non solo. Senza contare l’elemento meteo, sempre imprevedibile. L’esempio resta quello dei nostri giorni, con una stagione invernale che certo non ha incentivato all’acquisto di capi pesanti. E adesso che il vero freddo è arrivato, beh meglio attendere due o tre giorni in più per un bel cappotto o un piumino a prezzi decisamente vantaggiosi, che magari in diversi avrebbero acquistato comunque purché il costo fosse sostenibile. Facciamoci dunque una ragione del fatto che i tempi sono cambiati, così come i costumi e le esigenze. E le mode. (Ma.Ab.)