Salviamo i patronati per garantire i servizi

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Dopo la protesta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sul taglio delle risorse ai patronati ipotizzato dal governo, arriva anche l’appello di Rete Imprese Toscana. “Siamo consapevoli della difficile situazione del Paese – scrive il presidente Valter Tamburini in una lettera ai parlamentari toscani – e quindi non vogliamo sottrarci al dovere di contribuire, in termini di sacrifici, all’azione di risanamento e all’ammodernamento dell’Italia, ma chiediamo un’azione sostenibile. Per questo le Associazioni che compongono Rete Imprese Toscana intendono promuovere una riforma dell’intero sistema dei patronati, nell’ambito di una più complessiva riforma del welfare, sul modello dei paesi europei in cui pubblico, privato e terzo settore collaborano nell’erogazione dei servizi alle persone. L’obiettivo è la riorganizzazione dell’attività dei patronati al fine di contenere i costi e garantire comunque la gratuità del servizio di sussidiarietà almeno per particolari fasce sociali, quelle “deboli” in particolare”. Rete Imprese Toscana elenca anche una serie di numeri che la dicono lunga sull’attività dei patronati, da cui transitano il 96% delle domande di assegno sociale, il 77% delle domande di indennità di accompagnamento, il 93% delle domande di pensione di anzianità o anticipata, il 96% delle domande di pensione ai superstiti, il 89% delle domande di pensione di inabilità, il 91% delle domande di pensione di vecchiaia, il 94% delle domande di pensioni supplementari, il 64% delle domande di ricostituzione pensione per contributi pregressi, il 94% delle domande di ricostituzione pensione per supplemento e il 32% delle domande di rinnovo assegno di invalidità. Se i patronati non dovessero essere più in grado di erogare questi servizi gratuitamente come avviene adesso, si chiede Tamburini, chi potrà svolgere questo servizio? “Gli enti previdenziali – dice il presidente di Rete Imprese Toscana – non sono infatti in grado di gestire le istanze dei cittadini da quando ormai hanno progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico e demandato tutte le procedure al sistema informatico. La tensione sociale che sarebbe scaturita dalla mancanza di interlocuzione diretta tra cittadini ed Inps è stata contenuta grazie all’intervento dei patronati, che svolgono un importante ruolo suppletivo”.

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